Il romanzo della vita confraternale
L'istituzione ha radici antiche, seguendo le quali riveniamo un itinerario che
ci conduce in Calabria, dove nel 1120 è segnalata la presenza del pontefice,
Callisto II, impegnato in una missione di pacificazione.
Lo svolgimento di questo negoziato costituisce un
singolare
precedente
che, poi a distanza di anni, diede luogo alla costituzione di una
confraternita intitolata al SS. Crocifisso, ricorrendo alla quale il
paese di S. Nicola da Crissa ha inteso appianare le divergenze che in
quella circostanza erano insorte con la politica della Santa Sede.
Riconoscendo i suoi torti ed intendendo riconciliarsi con il Romano
Pontefice, al quale chiese umilmente perdono, quel popolo fece
pubblico
voto di praticare riti di penitenza, secondo le regole stabilite
nello
statuto di quella istituzione.
Su questo scenario storico si svolge la visita che il Papa, il 7
Ottobre 1984 ha compiuto in Calabria, durante la quale ha voluto
seguire l'itinerario antico del suo predecessore, come lui stesso ha
dichiarato nel discorso tenuto a Serra S. Bruno, dove, memori di
questo
precedente, le Confraternite festanti si erano radunate ad accogliere
Giovanni Paolo II. Facendo viva rimembranza di quell'avvenimento le
confraternite del luogo, guidate dal Vescovo di Catanzaro e dal
Prefetto, si sono fatti avanti offrendo al Papa una scarpetta di oro,
in riparazione di quella che nel lontano precedente qualcuno della
folla aveva osato sottrarre dal piede del Papa Callisto II,
approfittando della gran calca che si era formata per osannare il
Romano Pontefice.
Il Miracolo del Crocifisso
Sullo sfondo di una storia, così ricca di fermenti e stimoli
spirituali, quale è quella vissuta in Calabria, il verificarsi di un
fatto prodigioso, assume particolare risonanza perché conferisce
un
crisma di sacralità alla stessa narrazione storica, che non è pura
rimembranza di avvenimenti passati, ma passione di persone,
speranze
di generazioni, promesse di beni futuri che emergono dall'accavallarsi
del tempo.
Così, riprendendo il filo di un discorso che si era interrotto al
momento in cui Callisto II era venuto in Calabria, determinando un
cambiamento benefico negli avvenimenti di cui si rese protagonista,
nel
luglio del 1939, nel paese di S. Nicola da Crissa succede qualcosa di
straordinario e la gente grida al miracolo. Era di pomeriggio, quando ormai la
giornata nel suo svolgimento usuale volgeva al termine, che si manifesta un
fatto misterioso che eccita l'animo delle persone, e fa accorrere in chiesa, dove
da sempre stava esposto l'immagine di un antico Crocifisso, scolpito da mano
artigianale, alcuni dicono da un pastore devoto, che spira nella sua semplicità
un certo senso di misterioso.
Tutti ansiosi osservano e possono costatare che l'immagine sacra si
presentava grondante di umido come fosse sudore umano.
Si fa pure caso al fatto che le parti, dove più evidente si presenta
questo sgocciolio sono le rughe della fronte astrette dalle punture
di
una corona di spine; quella del costato contrassegnato da un grumo di
sangue che sgorga dalla ferita inferta dal Centurione; dai segni
lasciati sui polsi dai legamenti di una corda, usata per il
martirio;
dai fori segnati dai chiodi che hanno trafitto i piedi e le mani del
divino Redentore; nei punti dove sono segnate alcune vaste
lacerazioni
provocate dal contatto del duro legno della Croce.
Questo quanto si notava all'osservazione degli astanti, non c'era altri segnali
che potessero rimandare ad altri misteri. Nella generale commozione il parroco
del tempo ed il medico condotto del Comune, intervenuto anche lui trafelato,
perché sospinto dalla generale emozione un primo momento si diedero disposizioni perché venissero aperte
tutte le porte della chiesa, onde consentire a tutti di vedere l'accaduto; avanzando le ore della notte, si pensò fosse opportuno
chiudere al pubblico la chiesa e piantonare l'edificio sacro dai
carabinieri, con l'ausilio di uomini della Milizia fascista, armati e
incaricati di evitare assembramenti e gesti sconsiderati possibili in
caso di generale emozione.
Il fenomeno misterioso durò per parecchi giorni, dando così la
possibilità di effettuare ogni controllo, ritenuto opportuno, da
parte
delle autorità religiose e civili: il vescovo di Mileto, ordinario del luogo, venne tempestivamente
informato, il quale per raccogliere una testimonianza diretta, diede
incarico al rev. Zirilli, parroco di Monte Rosso, nella sua qualità
di
vicario foraneo che prontamente si recò sul posto per fare una
verifica
il quale, espletate le formalità di rito, dopo una breve sosta di
raccoglimento ai piedi della Immagine sacra, diede luogo ai dovuti
accertamenti, per riferire poi in conformità alla autorità diocesana.
La notizia, per il suo contenuto eclatante, si sparse ovviamente
anche nei paesi vicini, atteso che della cosa si occuparono anche i
giornali di larga informazione; e così per alcuni giorni, ebbe luogo
un
pellegrinaggio di devoti o di semplici curiosi, sino a quando il
fenomeno non ebbe termine.
Nei giorni successivi, una volta scomparso il fenomeno della
sudorazione misteriosa, si incominciò a riflettere a mente fredda
alla
ricerca di un possibile significato, per rinvenire qualche messaggio
arcano, facendo attenzione alle modalità dell'accaduto ed ad ogni
circostanza che potesse essere utile a decifrare il significato
recondito dell'accaduto.
Si faceva rilevare, infatti, che l'immagine sacra consisteva in una
scultura in legno, di fattura artigianale, risalente ad alcuni
secoli
fa, per consentire alla confraternita di disporre per le funzioni
pubbliche dell'immagine del suo titolare. Adesso però era scaduta ad
una funzione secondaria, atteso che nel corso del 1770 venne
sostituita
da una nuova artistica statua del Crocifisso, opera del settecento
napoletano, attribuibile allo scalpello di Giuseppe Sanmartino,
celebre
scultore del Settecento napoletano.
Inoltre si faceva notare che l'Immagine miracolosa, anche se scaduta a
funzione secondaria, era custodita in chiesa, e tenuta discretamente
appesa al muro della sagrestia, per essere prontamente disponibile
alle varie necessità liturgiche.
Nel contempo, si faceva notare che la precedente apparizione di
questa
sudorazione era stata già osservata durante il rito penitenziale dell'Adorazione, quando, nel corso del rito liturgico, questo
Crocifisso
viene posto per terra, adagiato sopra cuscini di velluto cremesi,
per
l'adorazione ed il bacio delle cinque piaghe, al quale vengono
ammessi
tutti i confratelli intervenuti alla cerimonia serotina.
Per saperne di più, seduta stante, vennero fatti alcuni esami di
laboratorio, usando cartine di tornasole, dal medico condotto del
Comune, il quale poi concluse che i risultati di laboratorio dei
prelievi effettuati escludevano potesse trattarsi di sudore umano.
Sul piano prognostico, ripensando alla cosa nei tempi successivi e
prendendo atto dei fatti che poi sarebbero accaduti, si disse che era un
segnale della imminente scoppio della guerra mondiale.
Ma è una interpretazione postuma perchè in quel momento nessuno
poteva
sapere e del resto non c'erano circostanze tali da poter pensare a
tale
evento.
Le traversie della veggente
In questo frangente un ruolo particolare svolse una donna del paese,
da tutti apprezzata e stimata per la virtù della sua vita e per le
doti
di grande moralità con cui risultava dotata la sua famiglia.
Essa, devota del Crocifisso, soleva puntualmente ogni giorno frequentare la
chiesa nelle ore in cui rimaneva deserta per fare le sue devozioni e nel suo
giro ai vari altari immancabilmente
si
ferma come al solito in contemplazione ed adorazione davanti a questa
immagine, che era esposta in forma discreta nel retro della sagrestia.
In uno di questi giorni, osservando devotamente il Crocifisso, si
accorse che qualcosa di umido trasudava dal volto e dalle parti che
segnavano le piaghe, subite durante il martirio.
Per accertarsi che non si trattava di una illusione ottica causata da
pura suggestione, volle verificare col tatto della mano e si accorse
che anche il dito che aveva accostato sul punto dove aveva visto
come
sgocciolare il sudore, era rimasto impregnato di questo liquido.
In preda ad una forte emozione, tornò a casa con la mente fissa all'accaduto, convinta che si trattasse di qualcosa di miracoloso.
Siccome non si sentiva tranquilla nel manifestare l'accaduto a
persone
del posto, per non essere tacciata di visionaria, attese l'arrivo in
paese di un qualche religioso, incaricato della predicazione.
Con uno di questi ebbe l'opportunità di parlare dell'accaduto, sotto
vincolo di confessione, ricevendo il consiglio di mantenere il
segreto
ancora per qualche tempo, fino a quando il Signore non si fosse
manifestato in maniera più esplicita, il che non avrebbe tardato a
verificarsi, se quei fenomeni erano veramente segni autentici della
volontà divina. In attesa di nuovi e più chiari segnali ella osservava
un riservo sull'accaduto, anche se diceva nel conversare con amici
intimi, che lei era a conoscenza di un fatto misterioso, ma che, per
il
momento non poteva spiegare di cosa si trattasse.
Avendo osservato il ripetersi del fenomeno, decise di informare
discretamente il parroco che ascoltò con rispetto quanto lei
riferiva, per la stima che aveva della persona, ma non diede alcun credito
al
suo racconto, e la licenziò dicendo che avrebbe guardato anche lui
per
verificare la veridicità del suo racconto.
Per alcuni giorni alla solita ora, quando si recava in chiesa e
sostava devotamente davanti la sacra immagine ebbe modo di osservare
il
ripetersi dello lo stesso fenomeno. Decise perciò di informare il
parroco il quale si mostrava piuttosto infastidito, perché affermava
che anche lui, una volta avvertito, in varie ore della giornata aveva
guardato con attenzione, e non aveva riscontrato nulla di quanto gli
riferiva, e che comunque rimaneva d'accordo di essere prontamente
avvertito quando lei riscontrava il fenomeno per fare insieme un
sopraluogo di verifica.
Intanto durante la notte in casa si sentivano strani rumori come
quando vengono spostati trascinandoli sul pavimento dei pesanti mobili
di
legno, che poi accatastati rovinavano a terra con grande fragore. Un
trambusto spaventoso che veniva avvertito anche all'esterno, dalla
gente che si trovava a passare nei dintorni o che sostava nella
piazza
vicino alla abitazione. Anzi sparsa la notizia, alcuni giovani
animosi
si riunivano appositamente in gruppo e facevano le ore piccole, in
attesa dei misteriosi rumori.
Era il segno che qualcosa di misterioso stava accadendo, tale da
scatenare le forze oscure, che a modo loro tentavano di interferire,
provocando terrore e spavento.
Qualche giorno dopo, recandosi nel pomeriggio in chiesa per la solita
orazione, si accorgeva che era in atto questa misteriosa lacrimazione,
e
questa volta, come era l'intesa col parroco, corse in fretta per
avvertirlo facendo trafelata tutta la strada che è in rapida salita e
porta alla abitazione del parroco, posta nella parte alta dell'abitato.
L'ora pesante del pomeriggio afoso di un giorno di luglio, accentuò
il
fastidio del parroco nel sentire ancora le insistenze della donna,
che
venne ritenuta del tipo di persona esaltata, e consigliata
discretamente di rivolgersi ad un medico perché secondo lui
aveva
bisogno di cure.
A conclusione di questo discorso fece rilevare che lui in ogni caso
in
quel momento non poteva muoversi da casa, perché stava osservando un
periodo di lutto per la morte della nonna e comunque per renderla
tranquilla gli consigliò di rivolgersi all'Ufficiale di posta, una
persona molto ragguardevole e timorata di Dio, che, abitando vicino
alla chiesa, non avrebbe avuto difficoltà a partecipare, seduta stante,
ad un apposito sopraluogo.
Avendo vissuto questa esaltante esperienza, la veggente, venendo alla
fine dei suoi giorni, e ritrovandosi immobile a letto per una grave
e
dolorosa infermità, come sua ultima volontà espresse il desiderio di
poter rivedere e baciare per l'ultima volta il suo Crocifisso. Col
permesso delle autorità ecclesiastiche, venne portato il simulacro
nella stanza della degente, e devotamente posto sul letto della
moribonda, che poté rivolgere la sua ultima preghiera, mentre il
simulacro del Crocifisso manifestava segni di vero miracolo,
incominciando di nuovo a lacrimare.
Secondo atto
A distanza di alcuni anni, quando oramai la vicenda, dopo l'eccitazione dei primi tempi, si era alquanto decantata e l'avvenimento
sembrava destinato a rimanere come un semplice ricordo di portata locale, in una
sera del mese di giugno del 1987, mentre all'ora dei vespri si stava celebrando
il solito rito della congrega,
nel momento in cui i confratelli si avviano in coppia all'adorazione del
SS. Crocifisso, steso secondo il rito sui gradini dell'altare, due
di essi, nell'accostarsi al bacio delle sacre piaghe, si accorsero che
quei segni grondavano sudore.
In quel momento, rammentando il precedente accaduto, avvertirono gli
officiali presenti e qualcuno corse in canonica a richiamare il
parroco, che nel frattempo si era assentato dalla cerimonia. Questi,
precipitatosi in chiesa, ebbe modo di costatare l'accaduto, e diede
disposizioni di sospendere la cerimonia e riporre il Crocifisso, che
intanto continuava a trasudare, in solenne esposizione sopra l'altare
maggiore. Si rinnova così l'emozione della precedente manifestazione
e
la gente in preda a viva commozione accorre a verificare di persona l'accaduto, per essere testimone di un così singolare avvenimento.
La replica del fatto miracoloso ci offre occasione di appropriate
considerazioni, atteso che questo secondo episodio si presenta come una
duplicazione del precedente, consentendoci così un esame allargato
di
tutta la vicenda, che fa emergere particolari interessanti,
utili per una lettura più appropriata dell'avvenimento.
In primo luogo si deve costatare che non si tratta della medesima
statua, atteso che, dopo il primo episodio, si era pensato di usare
maggiore riguardo per il Crocifisso miracoloso, sostituendolo per le
funzioni di rito con un'altra statua, comprata appositamente a
Napoli,
dopo quell'avvenimento, con l'intento di servirsene nelle ordinarie
funzioni religiose.
Quello che in questo caso ha dato segni di manifestazioni miracolose
non era quindi quello antico scolpito su legno, ma uno nuovo
composto
da materiale sintetico stampato, ed incollato ad una croce di legno.
Adesso perciò si è in grado di scartare un prima ipotesi, allora
avanzata, nell'intento di trovare comunque una ragione pratica, che
possa avere avuto incidenza nella verificazione del fenomeno,
attribuendo al materiale di legno antico, per le sue qualità
fisiche;
mentre invece è identica la circostanza di tempo, perché il fatto
avviene nel corso della stessa funzione.
E' questa una sottolineatura di grande importanza perché ci rimanda,
come chiave di lettura, allo spirito e alle finalità della
Confraternita che tramanda da secoli questo pio esercizio,
considerato
nel contesto di quella liturgia, il momento più importante, di tutta
la
cerimonia, il centro e il cuore della spiritualità della confraternita.
Andando col pensiero a ritroso nel tempo, troviamo che all'origine
della istituzione si profila la storia del viaggio in Calabria di
Papa
Calisto II, e quindi riemergono quelle motivazioni ideali che hanno
accompagnato quell'avvenimento storico, che da parte della
popolazione
di San Nicola, fu vissuto con la sensazione di un trauma lacerante,
per
il fatto che col suo comportamento si era discostata, suo malgrado,
dalla linea seguita dalla politica della Santa Sede, per cui in
seguito
ha sempre avvertito l'ardente desiderio di ristabilire i
collegamenti
e riconciliarsi con la sede di Pietro, chiedendo umilmente perdono
per
quanto era accaduto. Per riacquistare la grazia si assunse l'onere della cerimonia di
penitenza, sottoscrivendo un patto pubblico solenne di perpetua
osservanza.
Proprio nel momento in cui avviene questo fatto misterioso i
confratelli erano intenti all'osservanza di questo rito, che si
svolge
sotto tema del "Recordemini, fraters carissimi" come memento da ricordare
che Cristo fu Crocifisso per i nostri peccati nel quale
è
contenuto il programma spirituale al quale deve ispirarsi la vita di
ogni confratello.