RINNOVO DELLE CARICHE

Arciconfraternita SS. Crocifisso  in Urbe

Nell'assemblea generale di venerdì 06 gennaio 2006 si è proceduto, a norma di Statuto al rinnovo delle cariche sociali, scadute per decorso del tempo ordinario. A scrutinio ultimato, nell'ambito di un nuovo Consiglio Direttivo, è risultato eletto alla carica di Presidente il confratello Avv. Ilario Maiolo.

Il presidente uscente, Nicola Gerardo Marchese, che ha avuto la responsabilità dell’associazione per trenta anni, nel momento di passaggio delle consegne, intende inviare un saluto ed un vivo ringraziamento, per tutti quei confratelli, che in Italia ed all’estero, si sono prodigati nella fattiva collaborazione, rendendo così possibile il conseguimento di risultati  molto importanti, di cui rimarrà memoria nella storia del laicato cattolico. Tra i momenti più salienti  si possono annoverare la fattiva iniziativa del Vicariato di Roma, diretta alla ricostituzione dell’antica Arciconfraternita, riconfermandone le finalità, già assegnate  dall’atto costitutivo, che affidava la funzione di essere “madre, guida e maestra di tutte le confraternite del mondo, esistenti sotto lo stesso titolo, nel senso ampio”, come recita la formula usata dal Regesto Pontificio, che parla di confraternite aggregate, “erette ed erigende, in toto Orbe terrarum”.

Un passaggio significativo è stato il rinnovo delle Sante Indulgenze plenarie, concesse dal Santo Padre Giovanni Palo II, il quale, apprezzando le attività  svolte, ha inteso incrementarle, stabilendo che siano, applicabili anche alle anime dei fedeli defunti.

Siccome al momento della ricostituzione il Vicario di Roma, ha inteso sottolineare che la finalità dell’Arciconfraternita, per il luogo centrale della sua sede, era quello che faceva riferimento alla animazione cristiana del Centro storico di Roma, si è cercato di assolvere a tale compito promovendo una serie di iniziative pubbliche, come la solenne Processione Penitenziale che ogni anno in un giorno di Quaresima, si svolge in Roma, attraversando la via del Corso, solitamente affollata di gente e turisti in cerca si svago, divertimento e curiosità che rendono questa, che è la Via più sacra del mondo, un luogo  preferito dagli uomini del cinema, dello spettacolo, della moda, della politica, degli affari, si riveste di una sua intonazione sacra quando compaiono i confratelli, che procedono in abito ed insegne, intonando preghiere ed inni devozionali si recano all’adorazione della miracolosa immagine del SS. Crocifisso, esposta in San Marcello.

Si tratta di una manifestazione che non è fine a se tessa, ma tende a provocare un fenomeno di trascinamento, inducendo la gente che in quel momento affolla la via a seguire il suo itinerario spirituale che si conclude ai piedi del SS. Crocifisso.

Gli effetti benefici di queste iniziative si possono oggi verificare, considerando il flusso continuo di devoti che si recano ogni giorno all’adorazione della Sacra Immagine, lasciando testimonianza scritta su appositi registri, che vengono posti davanti alla Cappella per raccogliere le intenzioni dei tanti devoti, e che devono essere continuamente rinnovati, perchè in breve tempo vanno in esaurimento, per il considerevole numero di fedeli che si avvicendano ininterrottamente ai piedi della sacra Immagine.

Quelle pagine fitte di invocazioni e preghiere, scritte con confidenza e fiducia, tante di esse  in lingue straniere, attestano l’universalità di questa Arciconfraternita e compongono un documento di alta spiritualità, quasi fosse il diario delle anime, amanti del SS. Crocifisso.

Tutta questa intonazione di vita confraternale è emersa nel corso delle celebrazioni del Giubileo del 2000, quando il Santo Padre, volendo compiere un gesto di riconciliazione e di pentimento, che avrebbe mutato il corso della storia della chiesa, volle in S. Pietro la presenza dell’immagine del nostro Crocifisso; non solo, ma per essere confortato in un gesto tanto rivoluzionario, intese essere assistito dalla presenza  fisica dei confratelli, che furono ammessi alle cerimonia della accensione delle Lampade. Un rito che ricordava l’episodio dell’incendio, quando tutto sembrò  perduto, solo l’Immagine del SS. Crocifisso, scolpita su legno antico rimase incolume, ed alle prime luci dell’alba apparve ai soccorritori, rischiarato dalla tenue luce di una umile lampada ad olio, che sebbene ripiegata, per la generale rovina, continuava ad ardere ai suoi piedi.

Alla luce di quella lampada il Santo padre ha inteso avviare la chiesa nel suo cammino verso il secondo millennio dell’era cristiana, esortandoci a coltivare memoria di quell'evento col ripetere ogni anno, alla stessa data, la medesima cerimonia, di contrizione e pentimento.