LA SUA RILEVANZA NELLE RICORRENZE GIUBILARI

IL salmodiare di questa processione romana si muove sulla scia di una antica tradizione, sempre rispettata, in occasione degli anni santi , a partire da quello del 1600, secondo un rituale che prevede un grande e solenne processione recante il simulacro del SS. Crocifisso, dalla chiesa di San Marcello alla basilica Vaticana, dove veniva esposta all'adorazione dei fedeli.


Il Crocifisso di San Marcello esposto nella basilica Vaticana nel giubileo del 1900

A futura memoria, il retro della Croce reca inciso i nomi dei vari Pontefici e gli anni di rispettiva indizione.
L'osservanza di questo rito è stato sempre considerata con un momento qualificante di ogni celebrazioni giubilare; tanto che quando, nel giubileo del 1900, venne impedita dalle autorità di polizia, su ordinanza della giunta capitolina, guidata dal sindaco Natan, sorse un aspro contenzioso con le autorità capitoline, dato che i dirigenti dell'Arciconfraternita non hanno voluto piegarsi alle condizioni imposte , giudicandole umilianti. Le ordinanze di polizia prevedevano un serie di restrizioni: Che la processione dovesse avvenire nelle ore antelucane; era fatto divieto di servirsi della macchia solenne, ma che il Crocifisso fosse adagiato su un carro e coperto da un drappo rosso; i confratelli potevano accompagnare il Simulacro, ma senza osservare alcun ordine professionale; gli stessi potevano salmodiare, ma a bassa voce.
Per aggirare tali difficoltà e sbloccare una crisi che era diventata diplomatica, dato che la Santa Sede insisteva per la presenza del Crocifisso,intervenne una decisione del Santo Padre Leone XIII, che mandò una sua carrozza di palazzo, per il trasporto del Crocifisso, avvenuto poi, comunque, in modo clandestino.